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Dott. Andrea Valli

Oculista. Microchirurgia oculare.

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DIAGNOSTICA

Pachimetria ottica (no contact)

La Pachimetria ottica è un esame oculare volto a determinare lo spessore della cornea il cui valore normale, nella zona centrale, è compreso tra i 520 – 540 micron.

La conoscenza dello spessore corneale è un parametro estremamente utile in casi diversi:

  • per chi utilizza lenti a contatto. In caso di utilizzo prolungato e continuativo di lenti a contatto può infatti verificarsi un anomalo aumento dello spessore della cornea. Le lenti a contatto riducono l’ossigenazione corneale e nel caso in cui tale mancanza sia particolarmente forte le cellule endoteliali, che hanno la funzione di mantenere un certo livello di disidratazione della cornea, non riescono a lavorare adeguatamente. La cornea quindi si idraterà gonfiandosi;
  • prima di ogni intervento di chirurgia refrattiva per la correzione tramite trattamento laser della miopia e di altri deficit della refrazione come l’astigmatismo e l’ipermetropia;
  • per il monitoraggio di patologie corneali come il cheratocono e la valutazione di interventi come il cross-linking;
  • per i pazienti che soffrono di glaucoma in quanto permette di definire l’affidabilità della misurazione della pressione oculare.

Rapida, non dolorosa e non invasiva in quanto non c’è alcun contatto con la superficie oculare, la Pachimetria ottica no contact può essere effettuata da pazienti di qualsiasi età, senza necessità di istillare un collirio anestetico.

Viene eseguita poggiando il mento e la fronte su un’apposita mentoniera e tramite un tomografo ottico (OCT ) il medico oculista  acquisisce in pochi secondi lo spessore corneale di tutta l’area.

 

Topografia corneale altimetrica

Un esame di screening utile a tutti ma assolutamente fondamentale per chi ha una diagnosi di sospetto cheratocono (grave patologia che determina la deformazione della cornea) o per chi deve sottoporsi ad un intervento di chirurgia refrattiva è la Topografia corneale altimetrica.

Questo esame, che consente di misurare la curvatura della superficie della cornea, è infatti un importante indicatore sia per la qualità ottica sia per la salute di questa sezione dell’occhio.

Viene effettuato tramite uno speciale apparecchio detto topografo corneale costituito da un proiettore di un’immagine luminosa, da una fotocamera digitale e da un software di elaborazione delle immagini.

L’esame è rapido, non necessita l’uso di colliri e non provoca dolore o altri fastidi: l’oculista, dopo aver avvicinato lo strumento all’occhio del paziente, esegue uno scatto come per una normale fotografia. L‘apparecchio acquisisce l’immagine della retina del paziente ed elabora una mappa colorata in cui ogni colore corrisponde a una curvatura più o meno accentuata.

Proprio come per la topografia terrestre in cui il blu, che rappresenta il mare, indica la superficie piatta della terra, mentre i rilievi sono indicati dal colore rosso, anche nella topografia corneale i colori freddi corrispondono ai punti più piatti, mentre quelli più caldi a curvature maggiori.

Quando è tutto nella norma la mappa generata dall’esame presenta al centro una sorta di clessidra, che indica la presenza di un astigmatismo fisiologico e che presenta colori più caldi rispetto alla periferia, che invece compare piatta.

Per un efficace svolgimento dell’esame occorre sospendere preventivamente l’uso delle lenti a contatto per alcuni giorni.

Retinografia

Il “fundus” oculare è quell’insieme di strutture interne dell’occhio costituto da:

  • retina e vitreo
  • nervo ottico
  • vasi sanguigni
  • macula (cioè l’area centrale della retina deputata alla visione di precisione)

Si può definire la retinografia come una “fotografia” a colori ad alta definizione di tale “fundus”, in particolare della retina.

Essenziale per le persone che soffrono di diabete, ipertensione e altre patologie sistemiche che richiedono una valutazione periodica delle condizioni della retina, la retinografia si effettua ponendo nell’occhio del paziente un collirio midriatico per dilatare la pupilla.

Grazie ad uno strumento detto retinografo, un particolare apparecchio fotografico collegato ad un biomicroscopio, al paziente viene realizzata una fotografia che mette in luce eventuali occlusioni venose o arteriose retiniche ed altre problematiche vascolari a livello della retina che possono essere il segnale di patologie anche gravi quali :

  • le distrofie e maculopatie,
  • la retinopatia diabetica,
  • la retinopatia da anemia falciforme,
  • lesioni coroideali.

L’acquisizione dell’immagine retinica è molto rapida e del tutto indolore; è dunque buna norma, specie se si sospetta di soffrire di una delle patologie sopra elencate, sottoporsi con regolarità all’esame.

Tomografia coerenza ottica O.C.T.

La Tomografia ottica computerizzata (OCT), o Tomografia ottica a radiazione coerente, è un esame diagnostico non invasivo che permette di ottenere delle scansioni corneali e retiniche molto precise, in grado di analizzare nel dettaglio gli strati della cornea, della regione centrale della retina denominata macula e del nervo ottico.

Fondamentale per la diagnosi e il monitoraggio di numerose malattie della cornea e della retina come ad esempio la degenerazione maculare senile, la retinopatia diabetica ed il glaucoma, l’OCT è un esame estremamente utile nella diagnosi preoperatoria e nel follow-up postoperatorio della gran parte delle patologie oculari che necessitano di un intervento chirurgico.

Basata sull’interferometria a luce bianca o a bassa coerenza (un fascio laser privo di radiazioni nocive che viene impiegato per analizzare le strutture oculari soprattutto retiniche e corneali mediante sezioni ad alta risoluzione), questa metodica avanzata è inoltre molto utile nei casi di edema maculare di varia origine. Trattandosi di un esame digitalizzato consente inoltre di mettere a confronto gli esami eseguiti nel tempo dal paziente, fornendo delle mappe differenziali.

La tomografia ottica computerizzata (OCT) è in grado di misurare lo spessore delle fibre nervose che circondano il nervo ottico evidenziando, in alcuni casi, un’alterazione precoce delle stesse in presenza di un campo visivo normale permettendo di iniziare tempestivamente una terapia per rallentare la progressione della patologia.

Non è dolorosa e non è pericolosa; è un esame non invasivo, non a contatto, innocuo. L’esecuzione è semplice e dura circa 10-15 minuti per occhio. Il paziente è seduto di fronte all’apparecchiatura ed è invitato dall’operatore a fissare un segno luminoso: la scansione parte nel momento in cui viene messa a fuoco la struttura oculare da analizzare.

Con l’avvento degli strumenti OCT di ultima generazione l’esame può essere effettuato anche senza la dilatazione della pupilla, previa valutazione da parte dell’operatore medico sanitario, delle caratteristiche oculari e del tipo di patologia che si vuole indagare.

Aberrometria

Un esame essenziale per valutare la reale qualità della vista di un paziente è l’aberrometria. Questo esame diagnostico permette infatti di evidenziare la presenza di eventuali “aberrazioni” oculari, cioè di anomale alterazioni delle strutture dell’occhio (in particolare di cornea, cristallino, umor acqueo e corpo vitreo) che causano deviazioni e distorsioni dei raggi luminosi e fanno si che l’immagine che si forma sulla retina non sia della massima qualità possibile.

Una persona che soffra di tali aberrazioni, pur avendo un’acuità visiva di 10/10, può infatti lamentare vista sfocata o altri problemi visivi.

L’aberrometria viene effettuata tramite una speciale apparecchiatura detta aberrometro. Questo apparecchio è nella maggior parte dei casi costituito da un topografo corneale collegato ad un computer con apposito software ed è volto a misurare le alterazioni della sola cornea. Per esami ancora più approfonditi vengono utilizzati aberrometri che aiutano ad evidenziare la presenza di aberrazioni oculari totali.

L’esame è fondamentale per tutti quei pazienti che devono sottoporsi ad un intervento di chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri in quanto permette di “personalizzare” al massimo l’intervento, migliorando la resa finale.

L’aberrometia è un esame rapido e del tutto indolore, non invasivo in quanto non vi è alcun contatto con l’occhio del paziente. Non è necessario l’utilizzo di colliri preparatori, l’unico accorgimento è quello di evitare l’utilizzo di lenti a contatto nelle 48 ore prima dell’esame.

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