Nell’anatomia oculare si definisce pupilla l’orifizio circolare nero situato al centro dell’iride attraverso cui penetra nell’occhio la luce.
La caratteristica delle pupille, che nella norma hanno uguale ampiezza nei due occhi, è quella di dilatarsi o restringersi a seconda delle condizioni di luce: quando infatti si è in presenza di poca luce l’occhio fa fatica a catturarla per cui la pupilla, grazie all’apparato muscolare dell’iride, si allarga per cercare di captarne il più possibile. Quando invece si è in presenza di troppa luce, per evitare un abbagliamento, le pupille si restringono.
Nel caso un paziente debba sottoporsi ad un intervento di chirurgia refrattiva per la cura di miopia, ipermetropia o astigmatismo o vi sia la necessità di rimuovere la cataratta, è fondamentale che esegua prima dell’intervento una pupillometria.
Questo esame, volto a misurare il diametro della pupilla e la sua risposta agli stimoli luminosi, è infatti necessario al chirurgo per valutare l’idoneità della pupilla del paziente al trattamento ed evitare eventuali fastidi post-operatori come gli aloni notturni e i fenomeni di abbagliamento.
La pupillometia si esegue con uno specifico apparecchio chiamato pupillometro, spesso associato ai topografi corneali. Al paziente viene chiesto di sedersi di fronte allo strumento che rileva le misure della pupilla in diverse condizioni di luce.
Del tutto indolore, rapida (circa 20 secondi per occhio) e assolutamente non invasiva, la pupillometia non necessita alcuna preparazione o utilizzo di colliri.