A seguito della chiusura dell’ospedale Valdese, lo staff del reparto oculistico non ha lasciato orfani i numerosi pazienti, ma ha aperto una struttura privata che, tuttavia, offre gli stessi servizi a prezzi invariati e allineati al ticket sanitario pubblico.
Chiuso tra le polemiche a fine 2012, la nota struttura ospedaliera Valdese aveva lasciato, tra gli altri, orfani numerosi pazienti del reparto oculistico.
Consci del vuoto lasciato dalla chiusura, lo staff del reparto ha deciso di intraprendere in via privata una nuova attività, garantendo tuttavia la stessa qualità dei servizi e lo stesso prezzo – che rimane allineato a quello del ticket sanitario pubblico.
Stessi macchinari, stesso personale e servizi, ma in un luogo diverso: il Mod – questo il nome della nuova struttura – si trova ora in corso Massimo D’Azeglio, 43 a Torino.
L’obbligato trasloco e la rinnovata voglia di offrire i propri servizi ha così permesso di riproporre la professionalità offerta fin dal lontano 1996 presso l’ospedale Valdese.
«Abbiamo deciso di portare avanti l’esperienza del Valdese e di non lasciarla morire insieme all’ospedale – spiega Andrea Valli, il medico responsabile della struttura – La nostra esperienza riparte da qui: il team è sempre lo stesso ed è composto da 38 persone tra medici, ortottisti, infermieri, amministrativi e impiegati.
«Anche i macchinari sono gli stessi – aggiunge Valli – trasferiti nei nuovi locali. Insomma, al Mod troverete la stessa qualità e lo stesso servizio del Valdese a costi estremamente competitivi anche se, da service accreditato in una struttura pubblica, siamo diventati una realtà privata».
La formula scelta dallo staff è quella del privato low cost: «Una soluzione destinata a essere sempre più diffusa, visto che il servizio pubblico deve sempre più fare i conti con problemi di cattiva gestione e tagli – prosegue Valli – Precisiamo però: siamo low cost solo nei costi per il paziente, ma non nel servizio che è anzi di prima qualità. Riusciamo a offrire un tariffario simile a quello del ticket pubblico, grazie a un’ottimizzazione dei costi e di gestione delle risorse. Abbiamo messo in piedi una struttura snella ed efficiente, con orari di apertura ridotti, dalle 8 alle 20. Pur non essendo prevista la degenza notturna, riusciamo comunque a garantire la stragrande maggioranza degli interventi in day hospital».
Gli ex oculistici del Valdese, sono insomma riusciti a coniugare con successo strutture, apparecchiature, medici di elevata e riconosciuta professionalità per offrire un servizio adeguato. Il guadagno è più risicato, ma dovrebbe essere compensato dai grandi numeri.
Le prestazione, come accennato, sono dunque di alto livello, ma con prezzi che si avvicinano ai ticket da pagare nella sanità pubblica. Un esempio? L’Oct, un esame per la retina, costa 48,50 euro con il ticket, mentre al Mod costa 50,00 – una minima differenza che si ripaga anche con le brevi liste d’attesa.
La chiusura dell’oculistica del Valdese, intanto, sta già avendo ripercussioni negative per i piemontesi: il reparto del Valdese garantiva 2.300 interventi all’anno e quasi 43mila visite.
Orfani di questa realtà, i pazienti si sono riversati sulle altre strutture pubbliche di Torino, facendo lievitare le liste di attesa che oggi arrivano non solo al 2014, ma si spingono addirittura al 2015. «Rivolgetevi con fiducia al Mod – assicura Valli – Troverete lo stesso servizio del Valdese agli stessi costi. E con liste d’attesa decisamente più ridotte».
Fonte della notizia: La Stampa