In caso di sospette patologie vascolari come le retinopatie ipertensiva e diabetica, le trombosi, le ischemie o altri processi infiammatori che coinvolgono la retina o le strutture sottostanti, è necessario sottoporsi alla Fluoroangiografia (FAG).
Questo esame consente infatti di studiare le modalità con le quali avviene la circolazione attraverso i vasi sanguigni della retina, della coroide e di tutte le altre sezioni della parte posteriore dell’occhio. Permette quindi di stabilire se i vasi sanguigni dei distretti oculari analizzati possiedono una grandezza normale, se vi sono vasi sanguigni di neoformazione o dall’aspetto anomalo e se il sangue che giunge in queste zone oculari è appropriato oppure insufficiente per causa, ad esempio, di un ostacolo che impedisce un flusso sanguigno normale.
Sebbene del tutto indolore e rapido (l’esame dura circa 15-30 minuti), la fluoroangiografia spesso causa apprensione nel paziente in quanto comporta un’iniezione endovenosa di un liquido di contrasto dalle capacità fluorescenti. Una volta che tale liquido di contrasto (fluoresceina o indocianina)
si è diffuso anche nei vasi sanguigni della retina e delle strutture limitrofe, il paziente viene posto di fronte ad uno speciale apparecchio fotografico detto retinografo che emette una luce blu o infrarossa; tale luce stimola le capacità fluorescenti del liquido di contrasto che circola nei vasi sanguigni della retina e delle zone limitrofe e permette così di evidenziare dettagliatamente le strutture interne dell’occhio.
La Fluoroangiografia, esclusi i rarissimi casi di reazione allergica al liquido di contrasto, è un esame che non presenta rischi; la lieve colorazione giallastra della cute e delle urine scompare nel giro di 24/48 ore e il liquido di contrasto viene normalmente smaltito per via renale.